mercoledì 22 ottobre 2014

PORTA UN LIBRO CON TE & 30 SETTIMANE....DI LIBRI #25...due rubriche in una!!! PRATOLINI E LE RAGAZZE DI SANFREDIANO




...La costanza: qualità fondamentale dei blogger di successo! 
 

PREMESSA...
 Dialogo tra...
 Blogger di successo: “Ho un blog che fa 1,5 milioni di pageviews al mese”.
Blogger meno esperta: “Mi spaventano questi numeri. Non ce la farò mai. Quasi quasi lascio perdere”.
Blogger di successo: “La risposta giusta invece è: adesso vado subito a scrivere un paio di post!


In effetti, chi cura un un blog deve essere un perseverante, uno che non molla mai per  raggiungere il proprio obiettivo! La costanza deve essere una delle sue armi più micidiali. Inoltre deve proporre contenuti di qualità e esercitare   tantissima perseveranza
Credo infatti che, come  per qualsiasi àmbito della vita,  chi ha successo sia una persona che ha avuto una buona idea, ma che soprattutto ha avuto la costanza di crederci fino in fondo
Non a caso, Thomas Edison ha affermato: “Il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione”. 

...ALLORA AL LAVORO..ED OGGI BEN DUE RUBRICHE IN UNA

PORTA UN LIBRO CON TE   &  
#30 SETTIMANE....DI LIBRI #25

Il tempo che si spende a girovagare nei mercatini dell'usato offre sempre la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo o di recuperare dalla scatola della memoria ricordi abbandonati.
E così ho ritrovato LE RAGAZZE DI SANFREDIANO di Vasco Pratolini,  un romanzo letto nel periodo universitario e ripreso poi, ridotto, per un Laboratorio di Lettura  interdisciplinare: le regioni italiane, vita di quartiere, i sentimenti.

 Le ragazze di Sanfrediano, Vasco Pratolini - Incipit


Il rione di Sanfrediano è “di là d’Arno”, è quel grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la Chiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo; dall’alto, simili a contrafforti, lo circondano Palazzo Pitti e i bastioni medicei; l’Arno vi scorre nel suo letto più disteso, vi trova la curva dolce, ampia e meravigliosa che lambisce le Cascine. Quanto v’è di perfetto, in una civiltà diventata essa stessa natura, l’immobilità terribile e affascinante del sorriso di Dio, avvolge Sanfrediano, e lo esalta. Ma non tutto è oro ciò che riluce.” 
L'edizione Mondadori che ho ritrovato al Mercatino del Libro dell' usato
BORGO SANFREDIANO
Il mondo del quartiere, la rappresentazione corale della vita di un rione popolare di Firenze: il libro di Pratolini è una favola moderna dalla struttura antica, che si richiama alla novella boccaccesca, dove il vero protagonista è proprio lui, il quartiere di Sanfrediano. Qui le ragazze spasimano e si dannano tutte per lo stesso dongiovanni, “Bob” (dalla sua somiglianza con Robert Taylor), ma quando una delle innamorate gabbate, la Tosca, scopre il doppio gioco del ragazzo, decide di organizzare una beffa destinata a dargli una lezione una volta per tutte. Con un ritmo narrativo agile e brioso e un lessico ispirato al vernacolo fiorentino, Vasco Pratolini accompagna il lettore in una vicenda ricca di ironia, dove il contrappasso e la farsa scandiscono le storie dei protagonisti.
 Sanfrediano, per contrasto, è il quartiere più malsano della città; nel cuore delle sue strade, popolate come formicai, si trovano il Deposito Centrale delle Immondizie, Il Dormitorio Pubblico, le Caserme. Gran parte dei suoi fondaci ospitano i raccoglitori di stracci, e coloro che cuociono le interiora dei bovini per farne commercio, assieme al brodo che ne ricavano. E che è gustoso, tuttavia, i sanfredianini lo disprezzano ma se ne nutrano, lo acquistano a fiaschi. Le case sono antiche per le loro pietre, e più per il loro squallore; formano, l'una a ridosso dell'altra, un immenso isolato, qua e là interrotto dall'apertura delle strade, con gli improvvisi, incredibili respiri del lungofiume e delle piazze, vaste ed ariose queste, come campi d'arme, come recessi armoniosamente estesi. Ci pensa l'allegro, rissoso clamore della sua gente, ad animarli: dal rivendugliolo e stracciaiolo, all'operaio delle non lontane officine, all'impiegato d'ordine, all'artigiano marmista, orefice, pellettiere le cui donne hanno anch'esse, nella più parte, un mestiere. Sanfrediano è la piccola repubblica delle lavoranti a domicilio: sono trecciaiole, pantalonaie, stiratrici, impagliatrici che dalla loro fatica, sottratta alle cure della casa, ricavano ciò che esse chiamano il minimo superfluo di cui necessita una famiglia, quasi sempre numerosa, alla quale il lavoro dell'uomo apporta, quando c'è, il solo pane e companatico. 
 Se visitiamo oggi San Frediano vediamo le “antiche pietre”, i vicoli che sfociano sul lungo fiume, le piazze, i bei  giardini ora inaccessibili perché privati, qualche mercatino, ma poco è rimasto del ricco  tessuto di lavoratori “in proprio” descritto nel romanzo. Non  più straccivendoli, trippai - preparatori di trippa, le lavoranti a domicilio ( trecciaiole, pantalonaie, stiratrici, impagliatrici ...scomparse da tempo)
 
«Il rione di Sanfrediano è “di là d’Arno”, è quel grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la Chiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo; dall’alto, simili a contrafforti, lo circondano Palazzo Pitti e i bastioni medicei; l’Arno vi scorre nel suo letto più disteso, vi trova la curva dolce, ampia e meravigliosa che lambisce le Cascine».
PORTA SAN FREDIANO
E le Cascine sono anche il luogo della vendetta delle  Ragazze di Sanfrediano contro il bel Bob, che viene scoperto con la complicità di Tosca in una delle sue imprese da farfallone e va incontro ad una disfatta che lo ridimensiona.

PRATOLINI
QUELLA NOTTE...

«Erano le nove della sera, il silenzio tutt’attorno, animato dal lieve fruscio del fogliame, e lontanissima la voce della città, che si spengeva sul brontolio del fiume, un’eco appena, alle loro spalle, accresceva la suggestione... Ora, davanti a loro, c’era il breve spiazzo al di là del quale stava il Prato Grande recinto dall’Albereta». 

È al Tempietto che le ragazze infuriate circondano Bob, ne scoprono una pochezza fisica, oggetto di scherno: il rientro in carrozza in Sanfrediano segna la fine del rubacuori, non più emulo di Robert Taylor, ma destinato a tornare Aldo e a cedere lo scettro ad un altro Casanova, Fernando, detto Tirone. Il tutto nel nome del mitico Gobbo, «Un sanfredianino figlio di sanfredianini, che nel 1919 aveva messo sotto sopra l’intero rione con le sue gesta di rubacuori, e mobilitato al gran completo la Polizia per le sue gesta di scassinatore».
Era stato difeso dalle donne che lo trovavano bello. Gina, Tosca, Mafalda sono i personaggi femminili  più riusciti di Pratolini. Hanno mani bianche e occhi come lumi spalancati sul cuore; capaci a sedici anni di portar l’acqua ai partigiani per strada, spavalde e sfrontate, sincere e malandrine, sempre pronte a dire con fierezza: «Sono una ragazza di Sanfrediano. Non te lo dimenticare mai».
Testimone prezioso di una Firenze che fu, Pratolini (morto nel ’91) ancora oggi si legge volentieri perché è riuscito a cogliere l’anima popolare, fiera, rissosa, ironica, della città.
 
QUI UN INTERESSANTE TOUR ...
 SULL'EVOLUZIONE DELL'ARTE LETTERARIA DI PRATOLINI
«Quanto v'è di perfetto, in una civiltà diventata essa stessa natura, l'immobilità terribile e affascinante del sorriso di Dio, avvolge Sanfrediano, e lo esalta».
 


"S. Frediano è la zona più povera e più becera (volgare) con un suo codice d’onore. In San Frediano c’era il deposito della nettezza, il dormitorio pubblico e le caserme. Gli abitanti si dividevano in cenciaioli e quelli che cuocevano le interiore per poi vendere trippa, lampredotto e il loro brodo, quest’ultimo venduto a fiaschi. Lo stipendio dell’uomo quando c’era assicurava il pane e companatico. Le donne lavoranti a domicilio o trecciaiole coloro che rimpagliavano le seggiole per guadagnare il di più."